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venerdì 23 marzo 2012

Cardarelli, il pm ordina: "Via le barelle entro 2 giorni"

La Procura: togliere le lettighe dall'astanteria. E intanto in ospedale si registra una stretta sulla intramoenia, cancellato il reparto del primario Iannelli

di GIUSEPPE DEL BELLO
Entro due giorni dovranno essere tolte le barelle dall’astanteria del pronto soccorso del Cardarelli. Dopo il sopralluogo effettuato nei giorni scorsi dai pm Giovanni Corona e Fabiana Magnetta con i carabinieri del Nas e personale dell’Asl, la Procura ha indirizzato al direttore sanitario di presidio le prime prescrizioni. Si comincia dall’astanteria. L’ospedale può chiedere una proroga del termine, ma se non saranno rispettate le prescrizioni, il reparto potrebbe essere sequestrato.

Nel frattempo la frusta del manager colpisce l’intramoenia, accorpa le ortopedie, cancella il reparto di Paolo Iannelli. Sono le ultime decisioni adottate da Rocco Granata, direttore generale del Cardarelli. Con ordine. È rimasta sul web solo poche ore la delibera che detta regole più rigide per l’attività intramuraria poi, di punto in bianco, è sparita.

Tolta dagli stessi vertici che ne avevano disposto la pubblicazione. Il documento, in 20 pagine, non solo sintetizza le nuove modalità (tutte interne al presidio) ma riporta il lungo elenco di camici bianchi che nel 2011 hanno svolto attività libero professionale col bollettario dell’ospedale. Un’attività che, per carenza di spazi, sono stati costretti a svolgere nel proprio studio privato, lontano da qualsiasi forma di controllo da parte dell’ospedale che avrebbe potuto individuare chi elude il fisco. In quell’elenco compaiono firme eccellenti della sanità napoletana che avrebbero indotto il manager a
tornare sui suoi passi evitando una lunga permanenza dei nomi sul sito dell’azienda. Nella delibera che ha già fatto mugugnare molti specialisti sono riportati i nomi e a fianco il numero (registrato dal bollettari) delle visite effettuate.

Ebbene, a fronte di medici virtuosi che hanno dichiarato (e consegnato ricevuta dell’ospedale ai singoli pazienti) un elevato numero di prestazioni, ce ne sono tantissimi al di sotto di quota 100. Significa che molti — sulla carta, ovviamente — hanno effettuato meno di 100 visite in un anno. Granata ha ritenuto di ritirare il bollettario ai dirigenti che hanno staccato meno di 100 ricevute, consentendo loro, da subito, di visitare in ambiente ospedaliero. In cima alla lista, con 843 prestazioni effettuate figura il ginecologo Giuseppe Albano, seguito a ruota (785 visite) dall’urologo Paolo Fedelini, dal ginecologo Ernesto Cimmino (785) e dal collega primario Alberto Masala che ha emesso fattura per 636 pazienti. Ma, se si escludono i primi 71 medici sopra la soglia limite di 100, ne rimangono ben 212 il cui bollettario ha registrato un numero esiguo di prestazioni. 40 nomi sono nel range compreso tra le 15 (Dario D’Angelo del Centro ustioni ed Enzo Facciuto della Chirurgia Maxillo-facciale) e le 7 prestazioni, dall’otorino Pietro Foglia all’internista Domenico Serino.

Altrettanti sono gli sfortunati medici che annoverano tra i 3 e i due pazienti all’anno: Mariano Carafa, Giovanna Carrillo e Romolo Villani. Ma addirittura una decina di medici ha accolto nel loro studio (secondo il bollettario personale) due pazienti all’anno. E, in 19 casi hanno visitato un solo malato.
È accaduto, ad esempio, al cardiologo Sergio Amato, al chirurgo plastico Domenico Della Corte e all’anestesista Stefania Perna. Nella lista dei dottori con pochi clienti figurano primari di fama come i chirurghi Maurizio De Palma (24 visite), Guido De Sena con 27, Carmine Andropoli a quota 9 e il primario di Fisiopatologia epatica Giovanni Di Costanzo con un solo paziente visitato nel 2011. «Non ho dubbi sulla veridicità dei dati, ma l’azienda si adoperi per adeguare subito gli spazi interni», osserva il responsabile Anaao, Franco Verde, «oggi la palazzina M è libera e il padiglione A pure. Ma è singolare la pubblicazione sul portale, tanto che ho chiesto alla segreteria nazionale se ci non ci siano gli estremi di violazione della privacy». Negli obbiettivi della direzione generale c’è la decisione di partire con la vera intramoenia, da garantire all’interno del presidio, entro il 30 giugno, limite imposto dal governo in tutta Italia.

Intanto, in attesa del corso della giustizia, il manager ha accorpato i 52 posti letto delle tre Ortopedie, inserendoli in due unici reparti affidati ai primari Gaetano Romano e Mario Misasi. «È un provvedimento che rispetta il piano attuativo deciso da tempo», precisa Granata, «quindi da non mettere in relazione alla vicenda Iannelli». Per il primario in carcere l’azienda ha disposto la sospensione dall’incarico e il deferimento al Consiglio di disciplina.

 http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/03/23/news/il_diktat_della_procura_al_cardarelli_ss-32052148/

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