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giovedì 29 dicembre 2011

30 dicembre brindisi di fine anno all'Ospedale


Il giorno 30 dicembre alle ore 17,00 il comitato Pro Maresca brinda alla fine di quest'anno di lotta e mobilitazione al IV° piano occupato dell'ospedale di Via Montedoro. Sarà una buona occasione per scambiarsi, insieme agli auguri di sorta, delle opinioni sulla situazione della nostra vertenza e poter cominciare il 2012 nel migliore dei modi, sempre lottando come siamo abituati a fare da più di un anno a questa parte.

venerdì 23 dicembre 2011

Brindisi Natalizio

Dalle ore 17 l'intero Comitato Pro Maresca si ritroverà presso il IV piano occupato per bere un pò di spumante visto che mancano soli due giorni a Natale.
Sarà l'occasione propizia per fare una disamina sugli ultimi eventi: il presidio (tenutosi il 20 dicembre a Santa Lucia) del coordinamento regionale, e l'incontro 'super segreto' che si è avuto il 21 dicembre a Palazzo Baronale tra il Direttore Asl Na3Sud, Maurizio D'Amora, e i referenti politici dei comuni di competenza dell'azienda sanitaria, compreso Ciro Borriello, sindaco di Torre del Greco.
NON DELEGARE, PARTECIPA!!!

mercoledì 21 dicembre 2011

Comunicato ufficiale del Presidio alla Regione Campania del 20 dicembre 2011

Comunicato presidio 
“I tagli alla spesa sanitaria adottati in tempo di crisi per ridurre i deficit,
si traducono in un parallelo aumento del rischio di morte.
Nonostante i governi possono pensare di proteggere la salute
 salvaguardando i budget sanitari, la spesa in questo campo
 è importante per il benessere e la stessa sopravvivenza della popolazione”
(da uno studio pubblicato online sul British Medical Journal da un team di ricercatori britanici).

Oggi, 20 dicembre 2011, il movimento in lotta per la salute pubblica, disoccupati e studenti  sono scesi in presidio fuori il palazzo della regione Campania per rivendicare il diritto alla salute pubblica, diritto che passa non solo per la cura della patologia ma anche per un lavoro dignitoso e per un ambiente salubre. Sono partiti interventi e slogan contro ogni forma di speculazione e di privatizzazione della sanità, infatti col decreto 49/2010 (Piano di Rientro della spesa Sanitaria Campana)e a livello nazionale il governo Monti,aumentano la stangata sul sistema sanitario nazionale. Otto miliardi di tagli e aumenti dei ticket, blocco del turn over, chiusura degli ospedali, riduzione delle prestazioni, graduazioni dei ticket in base al reddito, l'allungamento dell'età lavorativa e la riduzione delle prestazioni sanitarie; queste manovre altro non sono un modo indiretto di dirci: non avete diritto alle cure, tranne se avete possibilità di pagarvi le cure private! Durante il presidio l’assessore Pasquale Sommese è stato contestato ed è stato invitato a dare risposte che, ovviamente, non sono state date ma anzi è scappato, come al solito. Si tratta dunque di un colpo doppio che si abbatterà su una quota rilevante della popolazione italiana (troppo vecchia, troppo assistita, troppo resistente per i nostri tecnici). Da un lato aumentano l'età lavorativa fino a spremere fino all'ultimo chi lavora, dall'altra riducono le prestazioni sanitarie o le rendono troppo esose. Un modo elegante e indiretto per mandarci un messaggio chiaro e forte: dovete morire! E dovete, il prima possibile, per far quadrare i conti! 

Movimento in Lotta per la Salute Pubblica

domenica 18 dicembre 2011

19 Dicembre incontro al IV° Piano: prepariamo il presidio


In visione del Presidio per la Sanità Pubblica sotto la regione Campania (Santa Lucia) del 20 dicembre, inserito all'interno della serie di mobilitazioni intraprese col "Movimento in Lotta per la Salute Pubblica", i membri del comitato Pro Maresca si danno appuntamento al IV° piano occupato della struttura di Via Montedoro.
L'incontro si terrà lunedì 19 dicembre alle ore 18,30 e sarà focalizzato, oltre che sul presidio del giorno seguente, anche sul nascituro coordinamento per la salute e su quali input dargli.

“Occupata la Cumana, l’ufficio Ticket dell’Osp. Pellegrini, la direzione INPS”

Napoli: Circa 2000 persone hanno sfidato la pioggia nella seconda giornata del “No-Marchionne No-Monti Day” per contestare la grave distruzione del contratto collettivo nazionale dei lavoratori simboleggiata dal “modello Pomigliano” e l’ennesima finanziaria di pesanti sacrifici ai soliti noti: precari, studenti, disoccupati, pensionati, ceti popolari, migranti…!! “Marchionne-Monti i sacrifici fateli voi! “questo ha urlato il corteo che è partito da piazza del Gesù dopo aver scelto un percorso abbastanza inusuale, attraverso le strade popolari dei quartieri come Montesanto e la Pignasecca prima di terminare in piazza Plebiscito e organizzando diversi blitz per toccare i punti chiave delle politiche di “austerity” che vengono contestate: lungo il percorso è stato infatti occupato l’ufficio ticket dell’Ospedale Pellegrinibloccando i pagamenti per denunciare il criminale taglio delle strutture pubbliche ospedaliere e l’enorme incremento dei costi personali per accedere al diritto di cura; è stata occupata la Cumana per consentire ai passeggeri di viaggiare senza biglietto per protestare contro il previsto piano di privatizzazione del trasporto pubblico campano, con altri aumenti dei biglietti e tagli alle corse; sono stati occupati gli uffici della direzione regionale dell’INPS in via Medina perchè luogo simbolo dei
tagli effettuati dal governo, con milioni di persone che dovranno lavorare ancora di più per ricevere pensioni piu basse, mentre precari e parasubordinati la pensione non la vedranno mai; sanzionata infine con lancio di uova la sede della SIAE contro il copyright… Le iniziative hanno avuto un riscontro sociale importante, soprattutto all’Ospedale Pellegrini, dove per altro i lavoratori delle ditte di subappalto sono in agitazione perchè rischiano di essere tutti tagliati. Nella manifestazione i collettivi studenteschi di scuola e università, i movimenti Bros, gli operatori sociali, gli insegnanti precari, i sindacati di Base, i centri sociali, i lavoratori delle aziende partecipate (Arpac, Astir..) e della Fiat di Pomigliano. Martedi prossimo al Politecnico un assemblea per rendere permanenti queste forme di coordinamento di vari movimenti sociali contro la crisi. E’ ormai indispensabile porsi come soggetto coordinato contro istituzioni sempre più sorde a partire dalla regione campania, che dopo anni di malaffare e clientele, oggi taglia tutti i diritti senza nessuna mediazione, o come la stessa Prefettura che ancora una volta ha annunciato di essere disposta a incontrare solo i “sindacati confederali”…!?? (Sulla base di quale criterio democratico..!?). Per non parlare dei livelli di repressione che vanno dai precari alle scuole sgomberate, come ricordavano vari striscioni. Il corteo è stato aperto da un bandierone senegalese e uno striscione che ricordava Samb Modou e Diop Mor, vittime dell’odio razzista insieme a tre altri cittadini immigrati gravemente feriti a Firenze il 13 dicembre. E un altro striscione che rivendica l’importanza di fermare le organizzazioni che propugnano l’odio razzista e xenofobo, come CasaPound nella quale militava il “camerata Gianluca Casseri” prima della strage allucinante di due giorni fà. In tal senso la manifestazione si è data appuntamento alle iniziative che la comunità senegalese di Napoli deciderà di adottare per ricordare le persone uccise e pretendere diritti, eguaglianza e giustizia.

Movimenti napoletani

mercoledì 7 dicembre 2011

Comitato Pro Maresca in piazza


Dal tardo pomeriggio fino a sera inoltrata gli attivisti del Comitato Pro Maresca saranno presenti per le vie del centro storico per aggiornare la popolazione sulle ultime novità riguardanti l'ospedale Maresca e, più in generale, per fare una disamina sulla critica situazione sanitaria in Campania. Trovate il gazebo del Comitato con tutto il materiale informativo in Piazza Santa Croce: continueremo a sensibilizzare e a fare informazione in una giornata molto sentita per i torresi, cioè la vigilia della tradizionale processione del carro dell'Immacolata, momento di grosso coinvolgimento popolare qui a Torre del Greco.
NON DELEGARE, PARTECIPA!

Piattaforma del coordinamento regionale dei movimenti in lotta per la salute pubblica

PIATTAFORMA DEL MOVIMENTO IN LOTTA PER LA SALUTE PUBBLICA

“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”

Stiamo assistendo col passare degli anni ad un processo di continua svendita e dismissione dei servizi sociali nel nostro paese, mascherato dalla scusa della maggiore competitività; ciò è ben evidente con l’inizio della destrutturazione della sanità pubblica, iniziato nel 1992 con la trasformazione delle vecchie unità sanitarie locali (usl) in aziende sanitarie locali (asl).
Questa operazione, che sulla carta avrebbe aumentato l’efficacia e l’efficienza, ha in realtà trasformato la salute in merce, che ha un valore sul mercato, e gli ospedali  in luoghi dove si offrono prestazioni fino a che non superano un determinato budget  in modo tale da rientrare nel preventivo (DRG).
Tale  processo trasformativo è iniziato nel pieno degli anni 90 con l’esplosione delle politiche  neoliberiste, diventate poi una costante della politica europea ed italiana e che, ovunque, ha portato ad un semplice passaggio di gestione della maggior parte dei servizi dal pubblico al privato, senza alcun vantaggio per i cittadini.

Oggi su servizi fondamentali, come scuola e sanità, si stanno abbattendo i tagli delle misure di austerity, con cui il governo e le istituzioni sovranazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, il WTO e la BCE, pur di difendere gli interessi di padroni, speculatori e banche, cercano di scaricare la crisi sempre e solo sui lavoratori e gli ultimi anelli della catena sociale.
Se sulla scuola e l’università è caduta la scure di Mariastella Gelmini (con il compiacimento del neo premier Monti), sulla Sanità pubblica incombono misure di ripiano del deficit  che riguardano quasi tutte le Regioni Italiane.
Oltre al danno anche la beffa: le dissanguanti misure dei decreti emergenziali che prima riguardavano solo le regioni commissariate, nella nuova manovra, presentata in questi giorni dal nuovo esecutivo “tecnico”, saranno allargate a tutte le regioni italiane. Così come era già accaduto in passato con la gestione di un’altra emergenza, quella dei rifiuti, che dapprima riguardava solo la nostra regione ed il cui  modello criminale è stato, successivamente, esportato nel resto del paese.

Campania: laboratorio di privatizzazione

In Campania tutti le amministrazioni sin qui succedutesi, di qualsiasi colore politico, hanno portato negli anni al raggiungimento di quell’enorme deficit strutturale nel settore sanitario senza generare, nello stesso tempo, un miglioramento del servizio offerto ai cittadini della nostra Regione.
Dopo decenni di politica sanitaria nazionale tutta incentrata a favorire le case farmaceutiche,  trasformando in patologia ogni disagio o malessere, dopo gli sprechi e le clientele di politici, spesso con le mani in pasta nei centri convenzionati e nelle cliniche private, che con logiche lottizzatorie hanno fatto della sanità il bengodi dei privati con l’aiuto di primari menefreghisti e di baroni universitari, oggi chiedono a noi cittadini di pagare il prezzo del risanamento di questo settore.

Il cosiddetto ripianamento del deficit nella nostra Regione ha “giustificato” la ormai sperimentata logica dell’emergenza con l’introduzione del commissariamento  per l’intero comparto sanitario e nella stesura dell’odiato “decreto 49/2010”.
Con questa norma commissariale la Sanità della nostra Regione è stata sottoposta nell’arco di un triennio ad un drastico taglio di posti letto, accorpamento di strutture, rinnovo del blocco del turn over ,ormai sono più di 10 anni che non si assume più personale e si esternalizzano i servizi, chiusura e riconversione di strutture considerate “inefficienti”.
Queste “cure” però non riguardano le strutture private convenzionate con il sistema sanitario regionale che rappresentano e rappresenteranno sempre di più l’asse su cui è destinata a ruotare il nuovo modello di sanità.

Per accelerare questo processo bisogna mettere mano, però, a quei pochi e malmessi presidi di assistenza pubblica presenti sui nostri territori che ci vengono presentati come “mostri” di inefficienza.
Nel porre rimedio a queste inefficienze sono nate situazioni incredibili come la paventata riconversione del P.O. Maresca di Torre del Greco a centro di lungodegenza e riabilitazione (uscendo dalla rete delle emergenze e perdendo il pronto soccorso h24), privando un territorio di 300mila abitanti dell’ospedale di riferimento.
L’identica tattica è stata utilizzata per chiudere il reparto di Radioterapia del “Pascale”,che con la scusa dell’ammodernamento, ha sospeso il servizio pubblico costringendo le donne napoletane affette da tumore alla mammella a curarsi presso cliniche convenzionate che però, non possedendo tutti i macchinari, le indirizzano, volenti o nolenti, a recarsi presso strutture private, dove pagano somme esorbitanti per effettuare una terapia che nel pubblico è gratuita.


In particolare, il caso dei reparti di 'emergenze ed urgenze' è emblematico  per capire come la “ristrutturazione” della sanità che sta per attuarsi nella nostra regione sia frutto di una politica scelleratissima che non tiene conto dei bisogni minimi di una popolazione con una così alta densità. Infatti si tratta di una politica di tagli e  privatizzazioni che smantella presidi di pronto soccorso e reparti, accorpa ospedali in maniera arbitraria e chiude nosocomi  giustificando questi atti come utili per evitare “doppioni” e “aiutare il paziente con strutture uniche d’eccellenza” che però sono ben lungi dal poter essere raggiunti dall’ampio bacino d’utenza che la nostra regione possiede.

Paradigmatici sono i casi dei vari pronto soccorso chiusi o in chiusura al “S. Gennaro”, al “Pellegrini” e all’ “Ascalesi”. Tutti questi ospedali sono situati in quartieri popolari, con bacino d’utenza molto ampio, e da sempre svolgono un ruolo importantissimo nella cura e nella prevenzione per la popolazione napoletana e in genere campana.  

Cosa vogliamo? Vogliamo tutto!
Questa situazione degenerata, che purtroppo continuerà a degenerare sempre di più, altro  non è che il modo che hanno i padroni per approfittare della crisi che essi stessi hanno creato, spolpando fino all’osso ogni residuo di stato sociale conquistato nel passato con le lotte dei movimenti. A questo si riduce il fitto blaterare sul rilancio della crescita dell’Italia: aumento del mercato interno, privatizzando ciò che è rimasto pubblico in modo tale da aumentare i profitti  per un ristretto numero d’imprenditori, chiaramente i più importanti e potenti del paese;  peggioramento delle condizioni dei lavoratori, sempre più ricattabili e  sfruttati.
Di fronte a quest’attacco alle nostre stesse vite, l’unica alternativa a soccombere è reagire con la medesima forza, puntando non solo a “salvare il salvabile”, ma a prenderci tutto quello di cui abbiamo bisogno. Vogliamo che la sanità sia veramente pubblica, fruibile per tutte e tutti senza distinzioni di censo, sesso e nazionalità, senza ticket e pagamenti aggiuntivi di sorta, senza attese infinite, con reparti e macchinari adeguati alle esigenze dei pazienti e non di chi vuole lucrare.
Questo non è pensabile senza una formazione universitaria appropriata, scevra dagli interessi delle aziende (lampante l’esempio delle multinazionali farmaceutiche nei CDA), che non sia riservata ai “pochi eletti” la cui idoneità viene stabilita con criteri arbitrari (test d’ingresso e sbarramenti degli esami), e solo a coloro che possono permettersi di sostenerne i costi sempre maggiori e i ritmi sempre più estenuanti.
Non è nemmeno pensabile che si possano garantire cure ai pazienti se si continuano a calpestare la dignità e i diritti dei lavoratori, che dei rimaneggiamenti nelle strutture sanitarie campane stanno pagando un prezzo altissimo sin dall’inizio, con ritardi nell’erogazione degli stipendi (per esempio le ditte di pulizia), affollamento e straordinari nei reparti (come accade per gli infermieri e i barellieri), minacce di licenziamenti. Non è tanto difficile immaginare quali potrebbero essere le conseguenze del totale compimento della privatizzazione: ciò che adesso è straordinario ed emergenziale diventerebbe per tutti i lavoratori la norma. 
Rivendichiamo, infine, il vero diritto alla salute e non soltanto alla cura, diritto che passa inevitabilmente per il cambiamento di una società che avvelena l’ambiente, precarizza e rende insostenibili le condizioni di lavoro, con il moltiplicarsi di infortuni ed “omicidi bianchi”, impone ritmi di vita sempre più veloci, competitivi e usuranti. La questione riguarda davvero tutti, come pazienti, come lavoratori, disoccupati, migranti e studenti.

LA SALUTE NON SI TOCCA CE LA RIPRENDEREMO CON LA LOTTA!  
Movimento in Lotta per la Salute Pubblica 

lunedì 5 dicembre 2011

Riunione lunedì 5 dicembre

Giovani e mamme si incontreranno oggi (lunedì 5 dicembre) al IV piano occupato alle ore 18.30 per discutere e programmare le prossime iniziative del Comitato Pro Maresca.

venerdì 2 dicembre 2011

Incontro 2 dicembre

Oggi venerdì 2 dicembre alle ore 18.30 il Comitato Pro Maresca si incontrerà al IV piano occupato per fare un punto della situazione sugli ultimi avvenimenti per i quali abbiamo lavorato moltissimo.
E' ora che iniziamo a ragionarne insieme, ricordando che mercoledì abbiamo incontrato D'Amora, che ieri c'è stata una riunione tra i diversi movimenti di lotta per la sanità - ambiente, e che stamattina per le vie del centro torrese ha sfilato il corteo anti discarica che dovrà sorgere a Leopardi. Il Pro Maresca ha ovviamente aderito al corteo.
Ci viediamo oggi alle 18.30 al IV piano
NON DELEGARE, PARTECIPA

giovedì 1 dicembre 2011

Oggi al Maresca assemblea con i movimenti in lotta per la sanità pubblica

Pubblichiamo da indymedia napoli un articolo sull'emergenza sanitaria in Campania e che richiama l'assemblea tra i diversi movimenti e comitati in mobilitazione che si terrà oggi 1 dicembre al IV piano occupato dell'ospedale Maresca alle ore 18.30.


Tagli alla sanità. La mobilitazione continua.
Dal Rione Sanità a Chiaiano:
Costante nelle ultime settimane la mobilitazione dei comitati territoriali contro il piano di riordino ospedaliero della Regione Campania. La giunta di centro destra guidata da Stefano Caldoro ha messo appunto un piano di “riorganizzazione” della sanità annunciando tagli agli sprechi necessari per ripianare i debiti della sanità campana che assorbe circa la metà dell’intero bilancio della Regione Campania. Mentre nessuno si preoccupa di andare a rivedere le parecelle dei centri privati e le costosissime tariffe a cui queste aziende, spesso vicine ai politici di centro destra e centro sinistra, incidono sui debiti della sanità, il governatore Caldoro ha pensato bene di nominare un commissario liquidatore per la Asl Napoli 1. E’ Maurizio Scoppa , già generale dei carabinieri per il Comando Campania e personaggio in vista nei salotti della città.
Il piano di riordino ospedaliero prevede la chiusura di numerosi presidi sanitari multidisciplinari, ovvero ambulatori territoriali dove i cittadini possono ricevere servizi direttamente nei propri quartieri.
Ma non solo diversi pronto soccorso sono stati chiusi come quello dell’Ospedale Ascalesi e quello dell’Ospedale S.Gennaro. Per questi ultimi due il piano di riordino prevede una soluzione assai anomala. Infatti secondo il commissario Scoppa l’utenza di questi due nosocomi andrebbe accorpata a quella del costruendo Ospedale del Mare che si trova nel quartiere di Ponticelli nella periferia Est della città, lontanissima dal centro storico dove si trova l’Ascalesi e dal Rione Sanità dove si trova il S.Gennaro. Ma soprattutto tale ospedale è….costruendo…ovvero al momento non c’è.

Presidio multidisciplinare di Chiaiano
Dalla metà del mese di ottobre ad impegnarsi contro la chiusura del presidio ospedaliero è stata la Rete Commons e diversi amministratori sia del territorio che del Comune. Lo sgombero è stato impedito per ben due volte. Ma dopo la mobilitazione dei cittadini, il commissario straordinario Scoppa ha deciso di giocare di fino. Niente più sgombero, semplicemente tutto il personale è stato trasferito al presidio Asl di Scampia. Di fatto dalla metà di novembre il presidio multidisciplinare di Chiaiano è chiuso. Dopo il blocco degli sgomberi e dopo il trasferimento del personale, la Rete Commons e gli amministratori locali si sono incatenati davanti agli uffici del generale Maurizio Scoppa, ed alcuni hanno occupato il suo ufficio.
Ma Scoppa sembra non curarsi di nulla.
Il Comune di Napoli aveva offerto alla Asl di ubicare i locali in spazi di proprietà comunale in modo da eliminare il fitto passivo che gravava economicamente sull’azienda sanitaria locale. Ma il commissario Asl non ha voluto prendere nemmeno in considerazione l’offerta del Comune.
Dal canto suo la Regione Campania guidata da Stefano Caldoro non ha mai voluto ricevere i cittadini in lotta contro la chiusura del presidio multidisciplinare.

Ospedale San Gennaro
Il Comitato popolare contro la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale S.Gennaro comincia da subito la mobilitazione alzando barricate nel cuore del rione sanità, nel centro storico popolare della città.
Mentre alcuni esponenti del Pd si sono accontenati della chiusura del pronto soccorso in cambio di un presidio di pronto intervento, alcuni esponenti del Pdl hanno provato a fare passerella nella battaglia contro la chiusura del pronto soccorso del S.Gennaro.
Numerosi i cortei di protesta che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone. Numerosi anche i blocchi stradali su Corso Amedeo si Savoia arteria importantissima della città che collega il centro alla zona collinare.
Anche i parroci del quartiere si sono mobilitati con una fiaccolata in sostegno alla mobilitazione degli abitanti.
Nonostante ciò anche in questo caso né il commissario Scoppa né il governatore Caldoro hanno inteso ascoltare le ragioni dei cittadini.
Tra le proposte del comitato il mantenimento del Pronto Soccorso in attesa della costruzione dell’Ospedale del Mare. Appare infatti ridicolo che questo servizio possa intendersi accorpato a quello di un ospedale che non esiste e che una volta realizzato si troverà dall’altro lato della città.
Al S.Gennaro le mobilitazioni sono andate avanti ed hanno visto anche la partecipazione della Rete Commons che ha unito così le due battaglie facendo appello alla mobilitazione generale contro i tagli alla sanità ed al piano di riordino ospedaliero.
Negli ultimi giorni le iniziative al S.Gennaro sono state incalzanti con “l’impacchettamento” dell’ospedale, con l’occupazione della direzione sanitaria Lunedi’ 28 novembre. Il 30 novembre è prevista la chisura del servizio di pronto soccorso.

Il Commissario Scoppa.
Intanto numerosi nubi si sono insediate intorno alla figura del generale Maurizio Scoppa, commissario straordinario dell’Asl Napoli 1.
Sui quotidiani locali è montata una lunga polemica per i doppi ruoli di Scoppa.
Le accuse infatti, mossa da consiglieri comunali e municipali, riguardano il fatto che la famiglia di Scoppa, in particolare il fratello, abbia fondato uno dei più grandi centri sanitari privati della provincia di Napoli, il centro Aktis di Marano. Insomma mentre una parte della famiglia deve tagliare il pubblico, un’altra agisce nel privato.
Non solo, ma Scoppa risulta essere cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, un’ordine che proprio nel nostro paese ha interessi molto forti nel settore della sanità privata.
Ad esempio Palazzo Wallpoule, di proprietà dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, ospita un’altro presidio multidisciplinare, simile a quello chiuso a Chiaiano. Eppure quella sede non è interessata né da tagli né da accorpamenti.
Gli interessi dei cavalieri di Malta e delle aziende private nella dismissione del pubblico e nei tagli scellerati della giunta Caldoro sulla sanità sono un’aspetto da chiarire al più presto.
Un ruolo potrebbe averlo anche la Corte dei conti, ed i suoi interpreti, che dovrebbe valutare correttamente anche le modalità con cui vengono effettuati i tagli e cosa effettivamente può essere considerato uno spreco.


Intanto per Giovedì 1 dicembre presso l’Ospedale Maresca di Torre del Greco è prevista un’assemblea di tutti i comitati e le realtà in lotta contro il piano di riordino ospedaliero della Regione Campania.