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martedì 29 settembre 2015

LE IDEE NON SI SGOMBERANO!

Finalmente ci siamo!

Dopo appena 5 anni (sì, avete capito bene, 5 ANNI!) la procura della “Repubblica” di questo paese si è accorta della presenza di un gruppo di cittadini all’interno della struttura del presidio ospedaliero A. Maresca di Torre del Greco, e ha deciso di porre fine all’occupazione dei locali del 5° piano, portata avanti dagli attivisti del Comitato Pro-Maresca. Starete tutti pensando: “hanno fatto bene a mandare via chi ostacola il lavoro dell’ospedale!”… E’ qui, invece, che inizia il bello.

Ma partiamo dall’inizio, nell’ormai lontano 2010, quando un pezzo di carta chiamato Decreto 49/2010 riorganizza i presidi ospedalieri su tutto il territorio campano. Nella rete dei tagli ad occhi chiusi finisce anche l’ospedale di Torre del Greco, ritenuto superfluo nonostante l’enorme bacino d’utenza a cui faceva da riferimento (più di 80.000 cittadini solo nella nostra città e quasi 300.000 dell’area vesuviana).

In quel momento inizia anche la nostra storia. Ma chi siamo noi?

Noi siamo la risposta dei cittadini alla paura di restare senza un presidio ospedaliero; una risposta che è stata forte, più forte della fama di pessimo ospedale che il Maresca si porta addosso. Tutti si sono sentiti coinvolti e chiamati in causa, per lo più cittadini comuni,mamme, studenti, pensionati, qualche operatore del settore, politicante e sindacalista che, a prescindere dalla personale appartenenza ad uno schieramento piuttosto che ad un altro, hanno lavorato insieme con un unico scopo: non privare il territorio di un servizio fondamentale.

Ma ritorniamo alla nostra storia: potremmo parlarvi delle migliaia di assemblee (spesso molto utili, a volte molto meno) o delle centinaia di manifestazioni organizzate negli ultimi 1800 e passa giorni, ma siamo sicuri che alcune le ricordate e ad altre avete partecipato; siamo sicuri che ricordate sindaci e consiglieri, provenienti da tutte le città coinvolte, sfilare per le strade con tanto di fasce tricolore; ricordate anche le migliaia di persone che hanno provato in ogni modo a fermare questo scempio, con le buone (incontrando qualunque istituzione coinvolta) e anche con metodi più spinti come l’occupazione dei binari della Circumvesuviana (per cui più di 20 cittadini sono ancora sotto processo), dell’Autostrada o della stazione delle Ferrovie dello Stato, nonché il blocco i lavori del consiglio comunale per costringere le Istituzioni a prendersi finalmente le loro responsabilità (cosa mai avvenuta!).

Negli anni abbiamo mantenuto un presidio del Comitato all’interno dell’Ospedale: dapprima al terzo piano dismesso - dopo la chiusura dei reparti di Ostetricia e Ginecologia- successivamente al quarto, dopo l’ennesima chiusura di alcuni reparti, principalmente quello di Pediatria. Vi diciamo questo per farvi capire che siamo sempre intervenuti a tamponare emergenze gravi, e noi non abbiamo mai interrotto alcun servizio sanitario in nessun momento, anzi, abbiamo scelto all’epoca di occupare proprio gli spazi abbandonati dopo le varie chiusure come atto simbolico. Tutto questo fino al Gennaio di quest’anno, quando la direzione del presidio cercava spazi per organizzare un ambulatorio di chirurgia oculistica; ci era sembrata una buona idea, quella di abbandonare il IV piano, per aiutare il futuro dell’ospedale. Abbiamo quindi deciso di lasciare gli spazi del quarto piano e, d’accordo con la direzione dell’ospedale, abbiamo deciso di continuare il presidio nei locali del quinto piano, quello che era, e sottolineiamo era, lo spazio in cui le suore vivevano. Sì, avete letto proprio bene, là c’erano le suore! Nessuno spazio, quindi, ”violato”, “rubato” o strappato all’operatività della struttura ospedaliera. Abbiamo quindi continuato le nostre iniziative dentro e fuori l’ospedale.    

Il risultato?

NULLA! Sì, con una certa tristezza vi diciamo che l’obiettivo dell’ASL e della Regione Campania è ancora quello di chiudere l’Ospedale, nonostante tutti i pareri che sconsigliano questa misura (tra cui il redattore del 49, il dott. Zuccatelli, nonché l’ex governatore Caldoro).

Stamattina (29 Settembre) al 5 piano occupato c’era solo Gabriele, un cittadino e un attivista che aveva appena terminato il suo turno notturno, e stava aspettando due attivisti che avrebbero presidiato lo spazio durante la mattinata. Svegliato da ben dieci poliziotti in assetto antisommossa, non ha potuto fare altro che abbandonare volontariamente il piano occupato, anche una volta raggiunto da Tony e Filomena, che avevano il turno di mattina. I tre sono stati identificati dalle forze di Polizia e portati in Questura, mentre la notizia si spargeva a macchia d’olio tra tutti gli attivisti del Comitato e tra i cittadini in generale. I giornali hanno puntato l’attenzione sul fatto che Gabriele fosse solo, come se fosse rimasto l’unico a credere nella vertenza. Tutto falso, ovviamente: Gabriele era uno dei tanti attivisti che, da più di 1800 giorni, si dividono il presidio del V piano tra turni mattinieri, pomeridiani e notturni. Se tutti gli 80mila torresi avessero messo a disposizione una parte del proprio tempo per il bene comune, Gabriele non sarebbe mai stato solo, stamattina. Per fortuna, assieme a lui ci sono ancora gli “irriducibili”, gli “ultimi della sanità”, quelli che hanno accettato di essere chiamati in tutti i modi dal torrese comune, che si ricorda dell’ospedale solo quando gli serve: assieme a Gabriele ci sono Tony, Filomena, Maria Cira, Mariarosa, Giovanna, Michele, Stefania, Luca, Sara, Daniela, Giusiana, Giuseppe, Luigi,  Marcello, Raffaello, Simona, Rita, Giusy, Raffaele, Giuppi, Peppe, Anna, Salvatore, Toto, Vittorio, e tanti altri.

Speriamo che il sopruso subito oggi dal Comitato rappresenti una forza propulsiva per la rabbia della città, anche e soprattutto perché la lotta non si ferma. Nei prossimi giorni scenderemo in strada e continueremo a far sentire la nostra voce: le idee sono delle zone franche, e non possono essere sgomberate.

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